Muore Ulisse: addio a Theo Angelopulos
È morto Theo Angelopulos, prima di lui era morto Ingmar Bergman. Ora i grandi sono davvero pochi forse Herzog, e Béla Tarr. Il cinema oggi è più povero, manca un padre. La perfezione lirica della sua spinta gnoseologica, si inchina si inchinava al perfetto divenire del tempo. Nessun aggettivo, forse solo qualche sostantivo e la sospensione del tragico come la sospensione della vita. Un amaro destino porta via i grandi in questo mese stregato di gennaio. Lo scorso anno Mario Monicelli uscì di scena da eroe della vita scegliendo lui quando porvi fine. Pensiero non cristiano si dirà ma eroico in senso alfieriano. L'uomo che sceglie la sua fortuna.
La sera del 24 gennaio 2012, mentre attraversava una strada, Angelopoulos ha subito un gravissimo incidente, finendo investito dalla moto di una guardia speciale non in servizio. L'incidente è avvenuto a Keratsini-Drapetsona, località dell'Attica a ovest del Pireo nella quale Angelopoulos stava effettuando delle riprese. Gravemente ferito, è stato soccorso e trasportato nell'ospedale del Falero, in condizioni disperate. La morte è sopraggiunta poche ore dopo, intorno alle 22:00, a causa di una emorragia interna, quando il regista aveva già subito diversi arresti cardiaci.
Con Angelopulos va via una delle parti migliori della società greca, fra le più vitali. Non è mai stato un regista prolifico ma un uomo dai tempi lunghi che ha saputo più volte riscrivere le sue storie, reinventandosi e reinterpretare il senso della vita.
Ha più volte collaborato con l'Italia, in particolare con lo sceneggiatore Tonino Guerra, che dismessi i panni di collaboratore di Federico Fellini, riuscì a dare all'amico greco l'essenzialità dello sguardo mantenendo una perfetta dilatazione temporale.
Oggi registi come Theo Angelopulos, che sappiano riempire lo sguardo di sensi, lasciando che lo spettatore possa agire da interprete, non ce ne sono più, o sono comunque molto rari.
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