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Addio ad Agota Kristof

Oggi ho saputo dalla scomparsa avvenuta ieri di Agota Kristof, morta ungherese in terra di esilio in Svizzera.
La salutiamo con l'incipit di uno dei sui scritti più belli "Ieri" pubblica in Italia dalla casa editrice Einaudi.



"Ieri, soffiava un vento a me noto. Un vento che avevo già incontrato. 
La primavera era in anticipo. Camminavo nel vento con passo deciso, svelto, come tutte le mattine. 
Avevo però voglia di ritrovare il mio letto e di restarci dentro fino a quando non avessi sentito avvicinarsi una cosa che non fosse né voce né gusto né odore, solo un ricordo vaghissimo, venuto da oltre i confini della memoria. 
Lentamente, la porta si è aperta e le mie mani ciondolanti hanno avvertito con terrore i peli irti e dolci della tigre. - Musica, disse. Suona qualcosa! Al violino o al piano. Magari al piano, ma suona! - Non lo so fare, dissi. Non ho mai suonato il piano in vita mia, non ho un piano, non ne ho mai avuti. - In tutta la tua vita? Che sciocchezze! Vai alla finestra e suona! Davanti alla finestra, c'era una foresta. Ho visto gli uccelli radunarsi sui rami per ascoltare la mia musica. 
Ho visto gli uccelli. Le cape piegate e gli occhi piccoli fissi che guardavano da qualche parte verso di me. La musica si faceva sempre più forte. Diventava insopportabile. 
Un uccello morto cadeva da un ramo. La musica si è fermata. Mi sono voltato. Seduta in mezzo alla stanza, la tigre sorrideva. - Per oggi basta, disse. Dovresti esercitarti più spesso."

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