ANCORA VOGLIO... [di Carlo Coppola]
Bari, via Capruzzi |
Ancora capita che faccia caldo.
Che una pioggerella estiva supporti ogni desiderio fino a fare l'anima quassa di sé.
A stare a settentrione mi sono isterilito, ad insegnare a chi non voleva imparare - sapere - ho perso i contatti col mio sapere.
A stare a settentrione mi sono isterilito, ad insegnare a chi non voleva imparare - sapere - ho perso i contatti col mio sapere.
Ah peccato d'infamia: Dissoluzione di me!
Voglio un sapere pratico e teorico insieme.
Voglio un'arte, voglio un'artigianato che non sia sfornato da talami in cui un corto costa 5 euro, meno del prezzo di un biglietto, o scivolare su bucce di banana per ancor meno monetine, sghei.
Voglio che l'arte e la poetica siano rispettate e non vilipese, che il senso del disgusto non sia permante per un'estetica dal basso, o meglio dal sottosuolo.
Voglio che tutti quelli che lavorano con me siano pagati e voglio essere pagato anche io e non per mostrare il petto quale un Ugo Foscolo descamisado.
Voglio poter adorare ciò che vedo.
Voglio onorare cio che racconto e non profanarlo perchè qualcuno sappia o guardi.
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Non voglio parlamentare come avrebbe detto Carlo Emilio Gadda: "grandine di picchiettanti scemenze […] quali buttò il Colombo le perline di vetro a’ Caràibi in uno sgomento d’eclisse: che dalla reverenza loro attendeva oro, il Colombo, festuche d’oro, pepite d’oro, patate d’oro".
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