Il colore della Menzogna [di Carlo Coppola]
Cast: Sandrine Bonnaire, Jacques Gamblin, Pierre Martot, Bulle Ogier, Adrien Pauly, Noël Simsolo, Bernard Verley
Regia: Claude Chabrol
Sceneggiatura: Odile Barski, Claude Chabrol
Data di uscita: 1998
Genere: Giallo
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Prima versione
Fasci di luce disegnano ombre, reiterando un avvio costante (quasi) una sorpresa oltre la quale non si riconosce più nulla. La polvere ha solo il sapore del vuoto:abolire parole, consacrare parole. Parvenze. E non c’è avvenire. Sembra rabbia che non risponde ai richiami e si trasformi senza alternare colori (quasi) il desiderio di ridurre a sé l’idea di un mondo a cui si detrae significato, anche se solo a piccoli tratti.
Seconda Versione
Sospetti, esistenze naufraghe, delitti, illusioni. Lo sguardo ceruleo, e livido sulla provincia Francese, delicata e feroce come di qualsiasi provincia, brucia il posto all’estraneo contraendone le aspettative senza il peso del rimorso. Ognuno si fa mistero, e sospetto, per l'altro e per se stesso. Verità e menzogne se ne stanno, simili a quadri che ingannano con finte prospettive ma con indiscussa solidità rappresentativa. Tutto è inganno. Un groviglio racchiude i colori di mezze verità, di sinonimi e contrari, tutto è parvenza, a significare l’estraneità di ogni impressione plausibile a qualsiasi vicenda umana. Anche i corpi ingannano: una moglie bambina col corpo di donna ha occhi allagati nella malinconia. Ciò che resta alla fine è solo un filo percorribile da capo a coda, che non prevede lungo il suo percorso lacune di senso, ma solo al massimo solo raccordi. La menzogna è davvero il motore di ogni azione artistica ed emotiva.
Terza versione
Sospetti, illusioni, parvenze nella elitaria provincia francese. Nessuno sguardo sotteso, nessun incontro su cui incomba l’amore. La luce non si disgrega sulla realtà, ma proitta e modifica l’ombra di un quotidiano che non incombe. Nessun corpo in ricerca ma solo teste. Groviglio asciutto, secco rinsecchito, antiemotivo. Groviglio di parvenze. Teste senza anima, intente solo alla seduzione di altre teste, a riempirne di cupezza il volto. Ciò che resta è un filo percorribile da capo a coda, che non prevede, lungo il suo percorso, lacune di senso, ma solo, al massimo, raccordi e putrefazione.
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