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Sonetto sulla Creazione del Conte di Saint-Germain

Il Conte di Saint-Germain (1712? – Eckernförde, 27 febbraio 1784) fu un alchimista e avventuriero francese, e personaggio di rilievo alla corte di Francia, vissuto nel XVIII secolo in Europa. Le origini del conte di Saint-Germain rimangono avvolte nel mistero: per alcuni si suppone che sia stato figlio illegittimo di Francesco II Rákóczi, principe di Transilvania e della principessa Violante Beatrice di Baviera, appartenente alla dinastia dei Wittelsbach e granduchessa di Toscana. Altre leggende lo vogliono figlio naturale della regina di Spagna Maria Anna del Palatinato-Neuburg (vedova di Carlo II di Spagna), e di un importante cortigiano, il conte di Melgar. Personaggio di grande fascino, tipo della cultura del suo tempo, fu come il conte di Cagliostro o Giacomo Casanova un emblema del XVIII. Sta di fatto che un simile personaggio avvolto nel mistero non poteva che dare il via ad una serie di illazioni, fantasie, teorie di ogni genere. Ma egli è un meraviglioso Zanoni, come lo descrive Edward Bulwer-Lytton, l'Iniziato immortale tra storia e leggenda come lo volle Paul Charcornac.



Curieux scrutateur de la nature entière,
J'ai connu du grand tout le principe et la fin,
J'ai vu l'or en puissance au fond de sa minière,
J'ai saisi sa matière et surpris son levain.

...J'expliquai par quel art l'âme aux flancs d'une mère,
Fait sa maison, l'emporte, et comment un pépin
Mis contre un grain de blé, sous l'humide poussière,
L'un plante et l'autre cep, sont le pain et le vin.

Rien n'était, dieu voulut, rien devient quelque chose,
J'en doutais, je cherchai sur quoi l'univers pose,
Rien gardait l'équilibre et servait de soutien.

Enfin, avec le poids de l'éloge et du blâme,
Je pesai l'éternel, il appela mon âme,
Je mourus, j'adorai, je ne savais plus rien.




Sonetto sulla Creazione 
traduzione di Carlo Coppola



Curioso indagatore della Natura intera,
Ho conosciuto del Gran Tutto il principio e la fine,
Ho visto l'oro potenziale in fondo alla sua miniera,
Ho carpito la sua materia e il suo fermento.

Ho spiegato con che arte, l'anima, nel grembo d'una madre
fa la sua casa, prevale, come un semino d'uva
Messo contro un chicco di grano, sotto la polvere umida,
L'una pianta e l'altro vite, sono il pane e il vino.

Niente v'era, lo volle Iddio, niente diventa qualcosa,
Ne dubitavo, e cercavo ciò su cui si fonda l'Universo,
Nulla ha mantenuto l'equilibrio e ha servito da supporto. 

Infine, con il peso della lode e della colpa,
pesai l'Eterno, Egli chiamò l'anima mia,
Morii, l'Adorai, non seppi più nulla.