Appello degli Armeni in Italia contro le minacce Turche
COMUNICATO STAMPA
Le comunità armene d’Italia esprimono perplessità, rabbia e sconcerto di fronte alla politica negazionista turca che in questi ultimi tempi riecheggia con insistenza sulle pagine della stampa locale ed internazionale dove vengono spesso riportate dichiarazioni di alti rappresentanti del governo turco che sostengono che un riconoscimento del “genocidio degli armeni del 1915” da parte degli Stati Uniti rischierebbe di “bloccare il dialogo tra Ankara ed Erevan”.
Constatano che ancora una volta la Turchia, che aspira a far parte della famiglia europea, ricorre alle solite intimidazioni e minacce, sostenendo il “blocco” di un dialogo ad oggi inesistente con la vicina Armenia, per contrastare una verità storica oramai acclarata e ultimamente comprovata da documenti anche ottomani.
In effetti non risulta che la Turchia abbia, ad oggi, deciso o abbia intenzione di riaprire i propri confini, chiusi unilateralmente dal 1993, con la vicina Armenia, malgrado le pressioni dell’Unione Europea in tal senso.
Non risulta che la Turchia abbia accettato la proposta del governo armeno di istituire, senza alcuna precondizione, una commissione bilaterale intergovernativa per instaurare quel dialogo da più parti auspicato.
Non risulta che la Turchia accetti che una parte dei suoi intellettuali e giornalisti professino una verità diversa da quella imposta dallo Stato. Sono per questo processati e marchiati come traditori della patria (vedi petizione intellettuali).
Non risulta che la Turchia abbia voglia e intenzione di fare i conti con la propria storia e con quel fardello che pesa da più di 90 anni, rinnegato con disprezzo.
Le comunità armene invitano l’opinione pubblica, le istituzioni e gli organi di stampa a non cadere nel tranello della demagogia attuata dall’abile mondo politico turco.
Le comunità armene invitano altresì il governo ed il mondo politico italiano ad adoperarsi nell’attuazione della politica di buon vicinato proposta dall’Unione Europea facendo pressioni sul governo turco per la riapertura delle frontiere senza precondizioni, e sostenendo l’opinione pubblica della Turchia in questo suo difficile cammino verso una presa di coscienza seria inerente il proprio passato e la propria storia. Una presa di coscienza minacciata dalla mancanza della libertà di espressione e di pensiero banditi da un codice penale alquanto discutibile.
Auspicano altresì che il nuovo Presidente degli Stati Uniti, sig. Barak Obama, prossimamente in visita in Turchia, mantenga fede alle promesse rivolte alla comunità armena durante la recente campagna elettorale e indirizzi al mondo intero un chiaro segnale affinché il diritto alla Memoria del popolo armeno non venga ancor di più oltraggiato o, peggio, schernito.
Constatano che ancora una volta la Turchia, che aspira a far parte della famiglia europea, ricorre alle solite intimidazioni e minacce, sostenendo il “blocco” di un dialogo ad oggi inesistente con la vicina Armenia, per contrastare una verità storica oramai acclarata e ultimamente comprovata da documenti anche ottomani.
In effetti non risulta che la Turchia abbia, ad oggi, deciso o abbia intenzione di riaprire i propri confini, chiusi unilateralmente dal 1993, con la vicina Armenia, malgrado le pressioni dell’Unione Europea in tal senso.
Non risulta che la Turchia abbia accettato la proposta del governo armeno di istituire, senza alcuna precondizione, una commissione bilaterale intergovernativa per instaurare quel dialogo da più parti auspicato.
Non risulta che la Turchia accetti che una parte dei suoi intellettuali e giornalisti professino una verità diversa da quella imposta dallo Stato. Sono per questo processati e marchiati come traditori della patria (vedi petizione intellettuali).
Non risulta che la Turchia abbia voglia e intenzione di fare i conti con la propria storia e con quel fardello che pesa da più di 90 anni, rinnegato con disprezzo.
Le comunità armene invitano l’opinione pubblica, le istituzioni e gli organi di stampa a non cadere nel tranello della demagogia attuata dall’abile mondo politico turco.
Le comunità armene invitano altresì il governo ed il mondo politico italiano ad adoperarsi nell’attuazione della politica di buon vicinato proposta dall’Unione Europea facendo pressioni sul governo turco per la riapertura delle frontiere senza precondizioni, e sostenendo l’opinione pubblica della Turchia in questo suo difficile cammino verso una presa di coscienza seria inerente il proprio passato e la propria storia. Una presa di coscienza minacciata dalla mancanza della libertà di espressione e di pensiero banditi da un codice penale alquanto discutibile.
Auspicano altresì che il nuovo Presidente degli Stati Uniti, sig. Barak Obama, prossimamente in visita in Turchia, mantenga fede alle promesse rivolte alla comunità armena durante la recente campagna elettorale e indirizzi al mondo intero un chiaro segnale affinché il diritto alla Memoria del popolo armeno non venga ancor di più oltraggiato o, peggio, schernito.
Le Comunità Armene d’Italia.
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