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"ԱՂՕԹՔ / Preghiera" una poesia di Siamanto



il poeta e giornalista Atom Yarjanian
meglio noto come Siamant'o

Siamant'o fu un noto poeta e giornalista armeno, nato il 5 agosto 1878 ad Akn, attuale Kemaliye, nella provincia di Erzincan in Turchia.

Viaggiò molto durante la sua vita, studiando a Istanbul e alla Sorbona di Parigi. Trascorse un anno a Boston come redattore del giornale armeno "Hayrenik" (Patria), tornando a casa quando pensava che stesse emergendo una nuova era, migliore e propositiva per l'Armenia. 
Aveva scelto il momento sbagliato e fu uno dei 761 intellettuali armeni massacrati nel 1915.



Կարապները թունաւորուած լիճերէն այս իրիկուն յուսահատօրէն գաղթեցին,
Ու տրտում քոյրեր, թիարանին պատերուն տակ, եղբայրներ կ՚երազեն…
Շուշանով ծաղկած դաշտերուն վրայ պատերազմները վերջացան,
Ու գետնափորներու մէջէն գեղեցկուհիներ դագաղներու կը հետեւին,
Եւ իրենց դէմքերը հողին ծռած՝ երգեցին.
«Օ՜, աճապարեցէ՛ք, մեր ցաւագին միսերը սառեցան այս անիրաւ խաւարներէն…
Աճապարեցե՛ք դէպի մատուռն, ուր կեանքն աւելի գթած պիտի ըլլայ.
Գերեզմանոցին մատուռն, ուր մեր եղբայրը կը քնանայ…»։
Հոգիիս մէջ այրի կարապ մը կը տանջուի,
Ու հոն նոր թաղուած մեռելներուն վրայ
Աչուըներէս վար արիւն անձրեւ մը կը տեղայ…
Անդամալոյծներու բազմութիւններ կ՚անցնին սրտիս ճամբաներէն,
Ու բոպիկ ոտքերով կոյրեր անոնց հետ՝
Աղօթողի մը պատահելու աստուածային յոյսով…
Եւ անապատներու կարմիր շուներն ամբողջ գիշեր մը լացին,
Յուսահատօրէն աւազներուն վրայ ողբալէ յետոյ,
Անծանօթ ցաւի մը համար, որ չի հասկցուիր…
Ու մտածումիս փոթորիկը անձրեւին հետ դադրեցաւ.
Սառած ջուրերուն տակ ալիքներն անգթօրէն բանտարկուեցան.
Հսկայական կաղնիներուն տերեւները, վիրաւորուած թռչուններու նման,
Հոգեվարքի ճիչերով վար ինկան.
Եւ խաւարչտին գիշերն անհունօրէն ամայացաւ,
Ու մենաւոր ու արիւնոտ լուսնկային հետ,
Մարմարեայ անշարժ ու բիւրաւոր արձաններու պէս՝
Մեր հողին բոլոր մեռելներն իրարու համար աղօթքի ելան…
******

(traduzione dall'inglese di Carlo Coppola)

I cigni, sconsolati, hanno migrato dai laghi avvelenati stasera
E tristi sorelle sogneranno i fratelli, sotto le mura della prigione
Le battaglie concluse sui campi fioriti di gigli,
E le donne oneste seguono bare da passaggi sotterranei,
E cantano con le teste chine verso la terra.

«Oh, fai in fretta!
I nostri corpi doloranti gelano in queste impietose tenebre.
Affrettati verso la cappella, dove la vita sarà più misericordiosa,
La cappella del cimitero dove dorme il nostro fratello!»

Un cigno vedovo sta nella mia anima tormentata
E là, sopra corpi appena sepolti,
Piove il sangue che si riversa dai miei occhi.

Una folla di storpi passa lungo i sentieri del mio cuore,
E con loro passano uomini ciechi e scalzi,
Nella divina speranza di incontrare qualcuno in preghiera.

E i cani rossi del deserto ululavano tutta la notte,
disperatamente piangendo lungo le sabbie 
per un dolore sconosciuto, incomprensibile.

E la tempesta dei miei pensieri cessò con la pioggia;
Le onde furono crudelmente imprigionate sotto le acque ghiacciate;
Le foglie di grandi querce, come uccelli feriti,
Cadono con grida di angoscia

E la notte oscura era deserta, come il vasto infinito;
E, con la luna solitaria e insanguinata,
Come una miriade di statue di marmo immobili,
Tutti i cadaveri della nostra terra sorsero per pregare 
gli uni per gli altri.

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