L'Armenia si fa bella per la visita del Presidente Sergio Mattarella
In questi ultimi giorni l'Armenia continua a fare piazza pulita del vecchio establishment. L'ex presidente Robert Kocharyan è stato posto due giorni fa in stato di arresto con l'accusa di aver sovvertito l'ordine costituzionale. La misura cautelare è scattata in base alla sentenza della corte di Yerevan. Kocharyan è stato preso in custodia dal tribunale, come ha confermato il suo avvocato Aram Orbelyan ai giornalisti.
In precedenza, il Servizio investigativo speciale (SIS) dell'Armenia aveva accusato ufficialmente Robert Kocharyan nell'ambito delle indagini penali sui cosiddetti eventi del 1° marzo - la repressione post elettorale dopo le presidenziali del 2008 durante la quale otto civili e due poliziotti furono uccisi.
Kocharyan aveva dichiarato lo stato di emergenza di 20 giorni, con l'approvazione del parlamento armeno. La grave accusa è stata quella di aver vietato le pubbliche e democratiche manifestiazioni, successive alla sua presunta illeggittima presa di potere, ma anche di aver "mobilitato illegalmente le forze armate dell'Armenia contro i manifestanti pacifici" sintesi di entrambe le accuse è quella di aver "violato l'ordine costituzionale". Kocharyan, ha respinto naturalmente le accuse attribuendole ad una vendetta politica ordita dai suoi nemici oggi al potere.
Collegato al caso di Robert Kocharyan, vi è quello che riguarda il Colonnello Generale Yuri Khachaturov, attuale Segretario Generale presso il (CSTO) Collective Security Treaty Organization. Il genelare è accusato di aver rovesciare l'ordine costituzionale in Armenia nel 2008 nell'ambito delle indagini sui cosiddetti eventi del 1° marzo. Per i suoi "meriti" e lo zelo nella repressione il generale, il 15 marzo, fu stato nominato dall'allora presidente Robert Kocharyan come capo di stato maggiore delle forze armate dell'Armenia. Diversamente di quanto avvenuto per Kocharyan, a Khachaturov è stato concesso il rilasciato su cauzione venerdì notte, come previsto dalla giurisprudenza armena vigente. Precisiamo che secondo la legge armena la stato di fermo e quello di arresto sono cose ben diverse che non possono esse, dunque, confuse.
Sono queste le premesse politiche con le quali l'Armenia prepara la prima visita di Stato dopo la cosiddetta rivoluzione di velluto che ha portato alla ribalta mediatica, prima, e al poter il leader di Alternativa Yelk, il 43 enne Nikol Pashinyan. Così mentre scemano gli interrogativi su chi ci sia realmente dietro "Nikol Duxov"- colui che si ripromette di dare nuova speranza agli Armeni di tutte le età e fasce sociali dal 23 aprile 2018, che garantisce di non aver nessuno alle spalle se non il sostegno del Popolo armeno e in particolare della sua famiglia - l'Armenia attende il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. Il Presidente Mattarella, giungerà, domani 30 luglio, a Yerevan accompagnato dalla figlia Laura, poiché come è noto il 77enne presidente della Repubblica è vedevo dal 2012. Della delegazione del Presidente farà parte il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale prof. Enzo Moavero Milanesi e diversi funzionari tra cui l'Ambasciatore residente a Yerevan S.E. dott. Vincenzo del Monaco. Lo stesso giorno, la delegazione ufficiale del Presidente italiano sarà ospitata nella residenza del Presidente della Repubblica di Armenia. I due due presidenti terranno una conversazione privata, a cui ne farà seguito una aperta alla partecipazione delle delegazioni dei due paesi. Al termine di questo incontro i presidenti Sargsyan e Mattarella faranno una dichiarazione congiunta alla stampa.
Nell'ambito della visita di stato, il Presidente della Repubblica terrà incontri con le più alte cariche istituzionali armene e sarà ospite di Sua Santità Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli armeni.
La delegazione guidata dal Presidente Mattarella visiterà il Memoriale del Genocidio, depositerà una corona al memoriale delle vittime del genocidio armeno. Inoltre Sarkissian e Mattarella presenzieranno alla cerimonia di apertura di una nuovo istituto italo-armeno il Centro culturale regionale per la Conservazione, la Gestione e la valorizzazione del Patrimonio culturale.
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