Onofrio Giliberto sbarca su Wikipedia
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Onofrio Giliberto, da Solofra (Solofra, 1616 ? – 1665 ?), è stato uno scrittore, drammaturgo e romanziere italiano.
Vita e Opere
Vita e Morte di San Rocco (Napoli,1642) di Onofrio Giliberto |
Noto anche come "Honofrio Giliberto" o "Onofrio Giliberti", nacque a Solofra alla fine del secondo decennio del XVII. Gli anni nei quali va identificata la sua data di nascita sono da collocare tra il 1616 e il 1618, come si evince dalle sue stesse opere. Della sua vita si conosce poco o nulla se non la data delle sue opere e che egli si laureò in utriusque legis a Napoli nel 1643.
Oltre la sua attività giuridica importante fu quella teatrale che risentì della sperimentazione dell del Barocco Napoletano assai eclettico e ricco di innovazioni linguistiche e tematiche.
Non è certa la sua paternità della commedia La vana gelosia stampata a Napoli nel 1635 come afferma Lucinda Spera nel Dizionario Biografico degli Italiani[1]. Certa è invece la sua paternità della Vita e morte di San Rocco pubblicata nel 1642per i tipi di Ottavio Beltrano, nella capitale partenopea, l'opera è dedicata a Don Fabrizio di Capua, Gran Conte di Altavilla e Principe della RIccia. Sempre a Napoli, nel 1643, pubblicò la tragicommedia in prosa La stravaganza d'amore e d'amicizia, dedicata a Ferdinando Orsini, conte di Muro, principe di Solofra.
La sua esperienza letteraria fu legata anche alla parentela con il pittore solofrano e napoletano Francesco Guarini, suo cugino di primo grado come scrive Carlo Coppola nel suo articolo dal titolo Onofrio Giliberto e Francesco Guarini[2] a cui dedicò una delle sue opere più famose Il vinto inferno da Maria. Quest'opera, tragicommedia in versi frutto di sperimentazione linguistica fra italiano e contaminazioni dialettali napoletane fu stampata a Trani, nel 1644 per i tipi di Lorenzo Valeri, tipografo romano, tra i pionieri della stampa in Puglia.
In seguito pubblicò Le meraviglie del Sant'Angelo Custode, o vero Lo schiavo del demonio, anche questo testo, "rappresentazione sagra"[3] in versi è da opera da poco tornata alla luce in toscana, di cui si sa che ebbe due editori il Novello De Bonis e il Francesco Savio 1662. Dell'opera ci è pervenuta solo la seconda edizione, come recita il frontespizio. Essa fu ristampa per volontà di tale Lattanzio di Gennaro che ne firmò anche la Lettera di dedica. Sempre nella stessa lettera sappiamo che l'opera fu dedicata dallo stesso testo di Gennaro a "Francesco d'Aceti, uno degli otto, del Collegio de' Spetiali di Medicina Napolitani", e a "Ottavio de Nucci e Giuseppe Barbogli". Il primo - come si legge godeva della personale protezione dell'"Heroe di Partenope e di quasi tutta la Nobilità Napoletana", mentre gli altri due sono indicati come veri luminari delle medesima professione [4]. Sappiamo che l'unica copia oggi ritrovata appartenne allo scrittore e politico toscano Ferdinando Martini [5].
Nel 1660 il pubblicò a Napoli la prima edizione del romanzo Il Caualier della rosa, overo Aggiunta alle gare de' disperati, ristampato a Venezia nel 1663. Le copie note della prima edizione si trovano a Napoli e a Londra mentre della seconda copia se ne ha conserva un esemplare presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. L'opera è proposta sin dal frontespizio come l' "aggiunta" alle Gare de' disperati, fortunato romanzo del genovese Giovanni Ambrogio Marini, che lo aveva composto nel 1644 e rivisto nel 1653. Si tratta di un grande romanzo che contiene numerosissimi temi a mezza strada tra il fantastico e l'avventuroso oltre a iperboliche e immaginifiche descrizioni del Regno del Perù.
Giliberto nutrì forti interessi per l'enciclopedismo del suo tempo e compose anche Le ruote dell’Universo, opera in cui compendiosamente si descrivono le cose celesti e sublunari. Si tratta di un'opera di carattere di carattere eclettico in cui si fornisce una sorta di vademecum sulla vita del tempo, misto ad almanacchi, descrizioni storiche e geografiche. Stampata a Napoli per Francesco Savio nel 1646 se ne conoscono tre copie di cui tre in Italia (Firenze, Bari, Napoli ed una conservata in Spagna).
Circa la sua morte si hanno scarsissime notizie ma essa è certamente nel avvenuta tra luglio 1664 e marzo 1666. Infatti luglio 1664 egli è presente come testimone sostituto all'apertura del testamento della principessa Dorotea Orsini e nel marzo 1666 i suoi eredi istruiscono la pratica alla regia udienza per l'apertura del suo testamento che egli stesso aveva stilato in tempo di peste il 28 giugno 1656.
Il Problema del Convitato di Pietra
Il convitato di pietra, dramma di Onofrio Giliberto, stampato in Napoli per Francesco Savio, 1652 è l'opera più nota del Giliberto ma è tuttavia perduta, come evidenziava già alla fine dell'Ottocento Benedetto Croce [6]. Lo stesso critico mostrava anche qualche dubbio sulla reale esistenza dell'opera, ma veniva smentito dalle testimonianze a lui precedenti prima fra tutte quella di Carlo Goldoni che nella sua prefazione al Don Giovanni chiariva di aver letto l'opera e di averla confrontata tanto con quella del Cicognini, quanto con l'originale di Tirso de Molina e scriveva: « Un secolo or sarà per l'appunto, che usci dalla Spagna il Convitato di pietra, commedia fortunatissima [...], la quale piena zeppa d'improprietà, d'inconvenienze com'era [...], fu in Italiano tradotta da Giacinto Andrea Cicognini Fiorentino, ed anche da Onofrio Giliberto Napoletano, pochissima differenza essendovi fra queste due traduzioni » [7] Ancora, prima, d'altro canto, tanto Niccolò Toppi tanto Leone Allacci includevano Il Convitato di Pietra del Giliberto nei loro repertori bibliografici. [8]
Il convitato di pietra, dramma di Onofrio Giliberto, stampato in Napoli per Francesco Savio, 1652 è l'opera più nota del Giliberto ma è tuttavia perduta, come evidenziava già alla fine dell'Ottocento Benedetto Croce [6]. Lo stesso critico mostrava anche qualche dubbio sulla reale esistenza dell'opera, ma veniva smentito dalle testimonianze a lui precedenti prima fra tutte quella di Carlo Goldoni che nella sua prefazione al Don Giovanni chiariva di aver letto l'opera e di averla confrontata tanto con quella del Cicognini, quanto con l'originale di Tirso de Molina e scriveva: « Un secolo or sarà per l'appunto, che usci dalla Spagna il Convitato di pietra, commedia fortunatissima [...], la quale piena zeppa d'improprietà, d'inconvenienze com'era [...], fu in Italiano tradotta da Giacinto Andrea Cicognini Fiorentino, ed anche da Onofrio Giliberto Napoletano, pochissima differenza essendovi fra queste due traduzioni » [7] Ancora, prima, d'altro canto, tanto Niccolò Toppi tanto Leone Allacci includevano Il Convitato di Pietra del Giliberto nei loro repertori bibliografici. [8]
Curiosità
Il Giliberto fu il destinatario della lettera di decica premessa alla tragicommedia pastorale di Marc'Antonio Perillo intitolata Il Corsaro Amante.[9]
Il Giliberto fu il destinatario della lettera di decica premessa alla tragicommedia pastorale di Marc'Antonio Perillo intitolata Il Corsaro Amante.[9]
Opere
- Vita e morte di San Rocco, Napoli, Ottavio Beltrano, 1642
- La stravaganza d'amore e d'amicizia, Napoli, Ottavio Beltrano, 1643
- Il vinto inferno da Maria, Trani, Lorenzo Valerii, 1644
- Le ruote dell’Universo, opera in cui compendiosamente si descrivono le cose celesti e sublunari, Napoli, Francesco Savio, 1646.
- Il convitato di pietra, Napoli, Francesco Savio, 1652
- Le meraviglie del S. Angelo Custode, o vero Lo schiavo del demonio, Napoli, Francesco Savio e di nuovo per il Bonis, 1662
- Il cavalier della rosa ovvero aggiunta a le gare de’ disperati, Napoli, Novello de Bonis, 1660
- Il cavaliere della rosa, overo Aggiunte alle gare de' disperati. Del dottor Honofrio Giliberto..., Venezia, il Turrini, 1663,
Bibliografia
- Leone Allacci, Drammaturgia, Roma, Mascardi, 1666.
- Niccolò Toppi, Biblioteca napoletana, et apparato a gli huomini illustri in lettere di Napoli, e del Regno delle famiglie, terre, città, e religioni, che sono nello stesso Regno. Dalle loro origini, per tutto l'anno 1678. Opera del dottor Nicolo Toppi patritio di Chieti ... Divisa in due parti ..., Napoli, Antonio Bulifon, 1678.
- Vito Antonio Grassi, Genealogie e Ragguagli Istorici del antico e moderno Stato di Solofra e Sua universitas, 1722, manoscritto presso Archivio di Stato di Avellino.
- A. Moretti, pref. a G.B. Molière, Commedie scelte, I, Milano 1880, pp. XXXVI s.
- Benedetto Croce, Di Onofrio Giliberto e del suo "Convitato di pietra", in Id., Aneddoti di varia letteratura, II, Bari 1953, pp. 129-133;
- Giovanni Macchia, Vita avventure e morte di Don Giovanni, Torino 1978, p. 12.
- C. Jannaco - M. Capucci, Il Seicento, Milano 1986, pp. 649, 660.
- Luisa Dolfi, Il "Convitato di pietra" di Cicognini e la sua fonte spagnola, in Studi secenteschi, XXXVII (1996), p. 136.
- Lucinda Spera, "Onofrio Giliberto" in Dizionario Biografico degli Italiani.
- Carlo Coppola, Un dilettoso edificio: la produzione letteraria di Onofrio Giliberto da Solofra, Tesi di Laurea in Letteratura Italiana, Relatrice: Chiar.ma prof.ssa Grazia Distaso, Università degli Studi di Bari, A.A. 2000/201.
- Carlo Coppola, Ricerche sul Teatro Religioso Meridionale d'Età barocca, Tesi di Dottorato di Ricerca in Italianistica, Tutor: Chiar. mo. prof. Giuseppe Bonifacino, Università degli Studi di Bari, 2006.
- Carlo Coppola, Ars clamat artes. Il Vinto inferno da Maria di Onofrio Giliberto da Solofra in Partenope in Scena. Studi sul teatro meridionale tra Seicento e Ottocento, presentazione di Francesco Tateo, prefazione e cura di Grazia Distaso, Bari, Cacucci Editore, 2007.
- Carlo Coppola, Onofrio Giliberto e Francesco Guarini in Francesco Guarini: Nuovi contributi 2, coordinamento sceintifico di Mario Alberto Pavone, bross. f.to 24X28, pp. 200, ill. colore, bn., 2014.
Collegamenti esterni
- Lettere dedicatorie delle opere di Honofrio Giliberto da Solofra a cura di Carlo Coppola in "Solofra Storica".
- Uno studio di Carlo Coppola su Onofrio Giliberti in "Solofra Storica".
Note
- ^ cfr. Dizionario Biografico degli Italiani
- ^ cfr. Carlo Coppola,Onofrio Giliberto e Francesco Guarini in Francesco Guarini: Nuovi contributi 2, coordinamento sceintifico di Mario Alberto Pavone, bross. f.to 24X28, pp. 200, ill. colore, bn., 2014, Napoli, Paparo, 2014.
- ^ cfr. Le Meraviglie del S. Angelo Custode O vero lo schiavo del Demonio, Napoli, Francesco Savio e di nuovo per il Bonis, 1662
- ^ dalla "Lettera di dedica" premessa a Le Meraviglie del S. Angelo Custode O vero lo schiavo del Demonio, Napoli, Francesco Savio e di nuovo per il Bonis, 1662.
- ^ Catalogo della Biblioteca Forteguerriana di Pistoia
- ^ Benedetto Croce, Di Onofrio Giliberto e del suo "Convitato di pietra", in Id., Aneddoti di varia letteratura, II, Bari 1953, pp. 129-133;
- ^ Carlo Goldoni, Don Giovanni Tenorio o sia II Dissoluto, Venezia, 1736.
- ^ *Niccolò Toppi, Biblioteca napoletana, et apparato a gli huomini illustri in lettere di Napoli, e del Regno delle famiglie, terre, città, e religioni, che sono nello stesso Regno. Dalle loro origini, per tutto l'anno 1678. Opera del dottor Nicolo Toppi patritio di Chieti ... Divisa in due parti ..., Napoli, Antonio Bulifon, 1678.
- Leone Allacci, Drammaturgia, Roma, Mascardi, 1666.
- ^ Marc'antonio Perillo, Il Corsaro Amante, tragicomedia pastorale, Napoli, Heredi di Gio. Domenico Roncagliolo, 1640
- Leone Allacci, Drammaturgia, Roma, Mascardi, 1666.
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