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Scoperta la versione armena del "Grande Canto della Cosmica Tragedia"

Il Canto della Cosmica Tragedia (1946-1948)

Nella giornata di oggi una nuova scoperta è stata realizzata dal Centro Studi "Hrand Nazariantz" di Bari. 

Si tratta di un frammento del poema conosciuto come Il grande Canto della Cosmica tragedia. L'opera sarebbe dovuta valere il Premio Nobel per la Letteratura al poeta Hrand Nazariantz è avvolta in un'alone di mistero e con la scoperta odierna alcune ombre si dipanano e altre si infittiscono.
Il volume uscì nel 1946-48 per i tipi dell'edizione "La Gioconda" di Bari e a quanto racconta la vulgata tale edizione fu dovuta al fatto che la sottoscrizione organizzata dagli amici del poeta per la pubblicazione dell'opera non avesse ottenuto i risultati sperati nel 1946 e fosse stata ripresa e completata solo un anno e mezzo dopo.
Inoltre il testo aveva circolato con traduzione a firma di Enrico Cardile in stralci su varie riviste almeno dal 1920. Sin dalla prima apparizione in rivista il testo veniva indicato con il titolo Il grande Canto della tragedia cosmica, mettendo quindi in evidenza l'elemento "tragico" rispetto a quello "cosmico" o cosmogonico". Inoltre il Cardile sin dalla sua raccolta di saggi l'Esegesi Ministero poetico pubblicato a Lanciano da Carabba nel 1931, dimostrava di conoscere i contenuti dell'intero poema e fa riferimento a opere del Nazariantz di cui non abbiamo altrimenti notizia, ma delle quali possiamo solo supporre l'esistenza attraverso criptici riferimenti e singolare uso di locuzioni e aggettivazioni cardiliane.






















Prima della scoperta odierna non era chiaro né il luogo di composizione del poema né l'anno in cui esso era stato terminato. Alcuni avevano supposto che Nazariantz fosse già pervenuto nel suo esilio italiano con la valigia carica dei suoi libri. Altri ritenevano che la produzione del Nazariantz fosse stata concepita direttamente in lingua italiana. Oggi possiamo dire certamente che sia stato scritto o almeno ultimato a "Bari" nel "1919".
A ritrovare il corposo frammento è stato Carlo Coppola, presidente del Centro Studi "Hrand Nazariantz" di Bari, che dopo averne ricevuto incerta nota biografica proveniente dagli Stati Uniti ha identificato il testo a firma di Nazariantz tra le pagine "908-913" della Rivista Armena Americana Փիւնիկ (la Fenice). 
Il titolo completo della rivista è "Փիւնիկ: Գրական-գեղարւեստական ամսաթերթ" (Phoenix: mensile artistico-letterario), pubblicata a Boston per le edizioni "Hairenik" di Shahan Natalie e una cui copia si trova presso la Biblioteca Nazionale d'Armenia, nella sede di Teryan Street al civico 72 a Yerevan.
Il testo è preceduto da un o scritto di Padre Simon Eremian noto come polemista e critico anche col nome di Ատրուշան (Atrushan). Il testo poetico reca la dedica "Al mio fratello Shahan Natalie". Purtroppo non sappiamo nulla del rapporto di amicizia che unì Natalie (Hagop Ter Hagopian) a Nazariantz. Sappiamo solo che il Nazariantz fu autore di una introduzione all'unico libro di poesie pubblicato da Shahan Natalie dal titolo Սէրի եւ ատելութեան երգեր, (Canti d'amore e d'odio) pubblicato a Boston per i tipi della casa editrice "Hairenik" nel 1915. Ci è dato sapere, inoltre, dagli "Annali dell'Istruzione Elementare" che Natalie fu certamente presente a Bari tra il 1926 e il 1927 dove visitò il villaggio "Nor Arax" fondato da Nazariantz.

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