Una storia di resistenza e orgoglio Casalese
E’ una notte d’estate, precisamente fra il 28 e il 29 di agosto del 44. Sulle alpi apuane, Monte Rovaio, in provincia di Lucca, un gruppo di partigiani aspetta il mattino e con esso le truppe tedesche che stanno arrivando per eliminarli. Potevano scappare, ma hanno deciso di restare per proteggere la popolazione civile e dare loro il tempo di mettersi in salvo.
Seduti intorno al fuoco, ciascuno racconta di se, e della propria terra. Fra gli altri un giovane meridionale, conosciuto come “Francesco il Napoletano”. Di lui i compagni sanno solo che è nato in una paesino della Campania, Albanova, allora provincia di Napoli (Albanova è il nome che Mussolini diede ai comuni unificati di Casal di principe e San Cipriano, durante il periodo fascista) .
Francesco ai compagni ci tiene a far sapere che il suo è stato sempre un popolo fiero, che mal sopporta vessazioni e domini, dove fin da bambini ti insegnano a non calare la testa , a non portarsi schiaffi ed offese a casa, a non farsi mettere le mani sulla spalla ( modo per definire il dominio di qualcuno su di te).
Per accompagnare la notte che passa in attesa dell’ultimo giorno della propria vita, Francesco racconta:
Casal di Principe ai tempi di Ferrante d’Aragona.
Fra la fine del 400 ed inizio del 500, a Napoli regnava Ferrante d’Aragona. Il re era solito passare molti mesi all’anno nel feudo di Casal di principe, non lontano dalla fortificata Capua, al riparo dai complotti di palazzo e dei suoi baroni( è di questi anni la storica congiura dei Baroni, ricordata da una lapide nella sala del Consiglio del Maschio Angioino). Nei codici aragonesi sono conservate le lettere che il sovrano scriveva alla figlia Beatrice , sposa del re di Ungheria Mattia, detto Corvino. Mattia Corvino fu il nobile magiaro che bloccò l’avanzata nei Balcani degli arabi, anche grazie all’aiuto di un conte della Transilvania (Vlad Tepes), famoso per la sua crudeltà e che poi ispirò i racconti su Dracula il Vampiro. Un figlio illegittimo di Mattia, Stanislao, che mal sopportava il governo tirannico del padre congiurò contro di lui; scoperto fu inviato in esilio nel regno di Napoli, in accordo al suocero di Mattia, Ferrante. Quest’ultimo relegò il giovane Stanislao in terra di Casal di Principe (ancora oggi sono frequenti gli Stanislao o i Mattia Corvino in questa Città) .
Nello stesso periodo giunge a Casale un altro nobile ribelle, Pasquale Coppola, conte di Sarno, figlio di Francesco Coppola, accusato dal sovrano di aver partecipato alla congiura dei Baroni e condannato a morte mentre il figlio Pasquale fu esiliato a Casal di Principe. La casa di Pasquale Coppola fu eretta nel centro della cittadina. Francesco Coppola era stato uno dei maggiori banchieri d’Italia, ed aveva finanziato la costruzione della flotta reale, quella che si scontrò con gli arabi nella famosa battaglia di Lepanto, che bloccò l’avanzata islamica nel mediterraneo (ricordiamo che negli stessi anni a fine 400 i reali di Castiglia e di Aragona mettono fine alla dominazione araba in Spagna).
Ferrante d’Aragona , affida il feudo di Casal di Principe a tre suoi parenti, i fratelli Gargano, nobile famiglia normanna di Aversa. I fratelli Gargano, in ossequio alle esigenze belliche del loro re, imposero tasse e tributi esosi alla popolazione del feudo , riducendola alla fame. Ben presto i casalesi, insofferenti verso la tirannia dei feudatari, si organizzano per una rivolta, e trovano come loro condottieri i due nobili ribelli, Pasquale Coppola e Stanislao Corvino. Presso la casa Coppola, si riuniscono i capifamiglia per organizzare le sortite contro gli armigeri di casa Gargano e contro gli aragonesi. Non tutti e tre fratelli erano malvagi; l’ultimo il più piccolo, era di animo gentile. Questo ragazzo, si innamora di Preziosa, una fanciulla del popolo, il cui padre partecipa alla lotta di “ resistenza” contro gli oppressori. Quando i due maggiori feudatari , vengono a scoprire questo amore, fanno uccidere il padre di Preziosa e mandano via dal feudo il terzogenito, e , in accordo con il sovrano, lo inviano in terra aragonese in Spagna. Il giovane partecipa alla spedizione di Cristofaro Colombo alla scoperta dell’America. Intanto la lotta di Coppola e Corvino contro il feudo, subisce sconfitte, e cade in una battaglia il giovane Corvino. Dopo alcuni anni ritorna in patria il più giovane dei Gargano, ed è Lui a prendere in mano la guida della resistenza casalese, sconfiggendo alla fine i due fratelli, favorito in questo anche dalla morte di Ferrante il cui figlio ed erede al trono Alfonso ha uno sguardo più benevole verso i popoli della Campania (anche perché le “attenzioni” esterne, dal ponteficato dei Borgia , ai principi del Nord, diventano troppo pesanti per permettersi il lusso di ribellioni e faide interne).
Alla fine della storia il feudo è assegnato al più giovane dei Gargano, che può sposare Preziosa, ed istituisce anche un fondo per finanziare il corredo di ragazze povere (la targa con cui viene comunicato questa decisione è ancora leggibile nella Chiesa del SS. Salvatore al Centro di Casal di principe) .
Francesco finisce il suo racconto con le prime luci dell’alba , quando da lontano si sentono arrivare i tedeschi. La battaglia lascia sul campo 18 partigiani, oggi ricordati da una lapide nel Comune di Molazzana in provincia di Lucca. Fra gli altri: "Francesco il Napoletano", nato ad Albanova ( NA).
70 anni dopo la morte di Francesco e oltre 500 anni dopo la ribellione dei casalesi contro gli oppressori di Ferrante d’Aragona, nella casa che fu di Pasquale Coppola, ed in cui si riunivano i cospiratori , oggi c’è la sede di Libera della provincia di Caserta, del Comitato don Diana, e di varie altre Organizzazioni, che hanno combattuto e combattono contro i moderni oppressori, la Camorra ed i suoi alleati.
N.B. il racconto si basa su alcune notizie storiche: Ferrante dimora spesso a casale, e lo dimostrano le lettere scritte alla figlia Beatrice e che si ritrovano raccolte nei codici aragonesi. Anche la congiura dei baroni e la partecipazione ad essa di tale Francesco Coppola, conte di Sarno, è un fatto storicamente accertato. Vi sono atti notarili che dimostrano l’arrivo da Napoli di Pasquale Coppola ai primi del 500, e la sua casa aveva sotto le fondamenta la sua tomba. La storia di Stanislao Corvino manca, invece, di prove storiche, ma è nel racconto popolare della nostra terra da sempre. La rivolta dei casalesi contro i Gargano pure è storicamente definita.
Francesco detto il Napoletano, eroe della resistenza è realmente esistito; lo dimostrano le due lapidi erette sul luogo dell’eccidio nazista a Molezzano in provincia di Lucca.
Renato Natale
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