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Tolleranza italiana sulla corruttela pro Azerbaijan? Le preoccupazioni del Centro Studi Hrand Nazariantz





Il Centro Studi "Hrand Nazariantz" di Bari apprende con viva preoccupazione le notizie provenienti dal numero odierno del settimanale "L'Espresso" circa la tolleranza degli osservatori provenienti delle istituzioni italiane riguardo alle elezioni presidenziali nella Repubblica dell'Azerbaijan. 

Dubbi sullo svolgimento effettivamente democratico e limpido di queste consultazioni erano stati espressi sin dal primo momento da gran parte della comunità internazionale. 

Oggi l'articolo "Sul ras azero l’Italia chiude un occhio" di Carlo Tecce (pp. 20-22) e le parole di Daniele Bellocchio contenute nel pezzo di intitolato "Macché esodo è pulizia etnica" (pp.22-23) gettano nuova luce su quei fatti e sulla rinvigorita armenofobia azera. 

Ci sgomenta che l'Italia possa assentire almeno in parte a questa catastrofe umanitaria e sulla, non meno imperdonabile, catastrofe umanitaria a cui nessuna delle forze politiche del nostro paese può dirsi estranea. 

Negli ultimi anni esponenti di tutti i partiti e movimenti politici del nostro paese, hanno strizzato l'occhio agli autocrati di qualunque parte non solo all'Azerbaijan. 

Alcuni sono di costoro sono finiti sotto inchiesta per reati eventualmente connessi a tali fatti, fossero scambi di influenze o precise azioni corruttive. Altri hanno compiuto palesemente atti di proscinesi ai governi altrettanto palesemente autocratici. Va specificato anche che in tutti i partiti e i movimenti politici altrettanti esponenti hanno fatto ampie dichiarazioni a favore dell'Armenia e contro questa politica di sciacallaggio armenofobico. 

Quest'oggi l'europarlamentare Sabrina Pignedoli così ha dichiarato a riguardo:

"Merita un approfondimento in tutte le sedi la notizia pubblicata dal settimanale L'Espresso del viaggio in Azerbaijan dal 6 al 9 febbraio scorso di tre deputati italiani durante le elezioni nel Paese asiatico e le loro successive dichiarazioni. 

I deputati S. C. e A. D.G. e N. G. [* nota bene: omettiamo i nomi e cognomi e i partiti di appartenenza contenuti, invece, nella nota dell'on. Pignedoli] sono andati a monitorare le elezioni, ma non si sa bene a quale titolo, visto che per questo c'era una delegazione dell'Ocse, che ha segnalato la mancanza di opposizioni e di giornalisti, in elezioni in cui il presidente Aliyev ha ottenuto il quinto mandato con il 92% dei voti. 

Se l'Ocse ha espresso dubbi sul voto, i tre deputati hanno invece dichiarato in perfetto stile nordcoreano che tutto è andato benissimo. Sappiamo che l'Azerbaigian mantiene ottimi rapporti commerciali con l'Italia, che importa metano e petrolio per 12 miliardi di euro all'anno ed esporta, anche armamenti, per 400 milioni. Va bene la diplomazia, ma fare teatrini sullo stato di diritto non è accettabile. Con la risoluzione del 4 ottobre 2023, il Parlamento europeo ha definito 'pulizia etnica' lo sgombero forzato da parte dell'Azerbaigian di migliaia di armeni del Nagorno Karabakh, durante la guerra del 2020 che ha causato quasi 9 mila morti. 

La vendita di armi a un esercito che lo scorso settembre ha ripreso a bombardare il Nagorno Karabakh è inaccettabile. Purtroppo si parla di diritti umani solo quando non si hanno interessi economici e geopolitici".