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Pier Paolo Pasolini ricordato in Armenia da Grigor Ghazaryan




Sono trascorsi da poco 110 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, grande poeta, giornalista, critico, drammaturgo, romanziere, calciatore italiano, forse l'ultimo intellettuale che questa nazione italiana abbia prodotto.
L'Italia non è più quella che era descritta da Pasolini e del cattolicesimo non è rimasto neppure la facciata. Alcuni passaggi di questa poesia, risultano contingenti al periodo storico in cui Pasolini è vissuto ed è stato ucciso, con la complicità borghese, dalla mano dei servizi segreti deviati e da un perfido e occulto disegno american/fascista.
Il prof. Grigor Ghazaryan, dell'Università Statale di Yerevan, ha ricordato Pier Paolo sulla rivista armena "Champord", in occasione del centenario dalla nascita, con la traduzione della Poesia "Alla Mia nazione":

Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.