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Conoscere e riscoprire la storia in una serata d’estate: la triste vicenda del popolo Armeno.



 



riceviamo e pubblichiamo dalla prof.ssa Milena Mancini, segretaria UCIIM di Polignano a Mare.



Gli incontri estivi assumono un tono storico nella serata del 30 agosto, organizzata presso il Caffè Letterario del Libro Possibile di Polignano a Mare dove, in un perfetto equilibrio tra accoglienza e vivacità culturale, è avvenuto l’incontro tra soci e simpatizzanti dell’Associazione UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori) e l’autore Carlo Coppola. La pausa estiva ha offerto un’interessante occasione di conversazione, moderata dalla Presidente della sezione UCIIM di Polignano, docente Maria Grazia Gravina e il docente e studioso della storia e cultura armena, nonché cofondatore del Centro Studi Hrand Nazariantz, Carlo Coppola. Partendo dalla presentazione del libro “Nella terra del terrore. Il martirio dell’Armenia” scritto nel 1917 dal giornalista Henry Barby e riscoperto e curato nella nuova edizione dal docente Carlo Coppola, il salotto letterario ha toccato tematiche didattiche ed educative, storiche e storiografiche, culturali e letterarie e di attualità ed economia. 


 


Si sente parlare poco di “Medz Yeghern” cioè del “Grande Male” inferto agli armeni per mettere in atto l’ideologia panturchista e panturanista, sposata dal Movimento dei Giovani Turchi qualche anno prima che l’umanità sprofondasse negli orrori della Grande Guerra. Diffondere la potenza turca significava eliminare completamente gli altri e, il popolo armeno, colpevole di essere cristiano, è il popolo su cui cade la condanna dello sterminio. Lo schema dei turchi è semplice quanto spietato: massacro degli uomini e deportazione di donne e bambini in un viaggio lento verso la morte, in cui la mancanza di cibo e cure e le inaspettate razzie compiute dalle tribù kurde, completavano il piano diabolico. 



Pochi conoscono questa triste pagina della storia dell’umanità di cui si continua a parlare e scrivere poco, rischiando di cadere in quella trappola che porta ancora oggi, in una civiltà che si adopera tanto per diffondere e tutelare i dei diritti del cittadino, a cadere negli stessi errori dei nostri padri: primo tra tutti l’indifferenza. Il mondo attuale possiede strumenti di informazione e di interazione culturale che dovrebbero stimolare una conoscenza critica: questo è il messaggio che scaturisce dalla piacevole conversazione in questa serata en plein air, che precede l’inizio delle prossime attività a cui i docenti si accingeranno prima del go dell’anno scolastico. L’impegno è di trovare nuovi percorsi didattici che possano sopperire al ridotto spazio riservato a questo tema storico, spesso sacrificato a pochi paragrafi dai nostri manuali di storia. L’entusiasmo e la curiosità, che alimenta le menti di persone avvezze allo studio, spinge molti partecipanti a chiedere un contatto con l’autore per poter portare e per poter, perché no anche celebrare tra i banchi di scuola, il giorno della Memoria della deportazione del popolo armeno che ricorre, come ben pochi sanno, il 24 aprile.  


             Polignano a Mare, 30/08/2018

Milena Mancini


Mi sembrava inizialmente inopportuno commentare le parole della collega, così lusinghiere per il lavoro di divulgazione che da anni porto avanti quale parte di un grande movimento Pro-Armenia costituitosi a Bari intorno alla memoria di Hrand Nazariantz

Accolgo, tuttavia, questo plauso come uno sprone per tutti noi Armeni (di contiguità o discendenza) e amanti dell'Armenia ad impegnarci e a divulgare sempre di più la vita, la storia e la grande cultura di questo popolo vitalissimo e antichissimo.


Carlo Coppola