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Un referendum popolare potrebbe risolvere la trappola di Amulsar?


Le recenti tensioni pubbliche sull'operazione di Amulsar sono state attribuite a dichiarazioni definite incoerenti da parte delle autorità in carica, azioni irragionevoli, nonché alla mancanza di misure adeguate per soddisfare le elevate aspettative del pubblico in generale. 
Quella in cui sembra essersi ficcato l'esecutivo guidato dal Varchapet Nikol Pashinyan pare assumere i contorni di una vera e propria trappola. Il tentativo di garantire gli investimenti stranieri nello sfruttamento miniera si scontra con quello di salvaguardare intere aree che rischiano la devastazione per l'inquinamento da essa derivante. 
Sembra che Pashinyan stia ricevendo dati intenzionalmente errati o contraffatti da taluni suoi consiglieri e forse anche da qualcuno del suo esecutivo, che, anche in passato, quando non ricopriva un ruolo istituzionale era ampiamente dedito alla falsificazione o invenzione di sana pianta di dati scientifici a vantaggio di tesi bislacche per fini ideologici, politici ed economici.
La polpetta avvelenata, va sottolineato, è una trappola lasciata in eredità dal precedente governo che aveva autorizzato lo sfruttamento della miniera da parte di investitori internazionali, e forse anche nazionali, nascosti sotto sigle di multinazionali.

In questo marasma ciascuno dice la propria. Riportiamo la dichiarazione di Consiglio Supremo della Federazione Rivoluzionaria Armena. Dashnaktsutyun ha rilasciato una dichiarazione nella quale si ribadisce l'intenzione di "Dare priorità all'interesse nazionale e statale, alla solidarietà pubblica, allo sfruttamento sicuro delle risorse naturali, alla conservazione della biodiversità ambientale e allo sviluppo sostenibile del paese.


L'organo Supremo della Federazione rivoluzionaria armena (Dashnaktsutyun) considera estremamente preoccupante il fatto che le conclusioni pubblicate non persuadano e ispirino sufficientemente la fiducia sia nei circoli pubblici che in quelli professionali.

Esortiamo le autorità a non considerare l'opinione degli esperti pubblicata come la giustificazione finale per lo sviluppo della miniera. Sottolineando la preoccupazione pubblica della questione, il suo potenziale grave impatto sulle prospettive socio-economiche e ambientali del Paese, riteniamo opportuno:

- raggiungere soluzioni convincenti a seguito di ulteriori discussioni pubbliche e professionali;

- ripristinare un dialogo sano con competenze professionali;

- prendere una decisione nell'interesse dello stato e accettata dal pubblico attraverso un referendum.


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